Vincitori Talent Prize 2024
Numero Cromatico
È Numero Cromatico il vincitore della diciassettesima edizione del Talent Prize con l’opera Cerca il significato del mondo. Numero Cromatico è un artista, un centro di ricerca e un editore, composto da ricercatori provenienti da vari campi del sapere, dal mondo dell’arte alle neuroscienze. Sin dalla sua fondazione nel 2011,il gruppo ha avuto come scopo principale quello di ridefinire e ampliare i confini della ricerca artistica, integrando teorie, metodologie e tecnologie, anche scientifiche, alla luce delle possibilità e delle sfide della contemporaneità. Numero Cromatico conta numerose esposizioni personali e collettive in gallerie e musei di tutta Italia, tra i quali il MAXXI L’Aquila, Palazzo Brancaccio e la galleria T293 a Roma, il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro. Tra i progetti pubblici più recenti: Il vento ti porta a me in occasione dell’iniziativa Straperetana tra le strade del borgo di Pereto in Abruzzo e Io vi darei tutto il mio amore, realizzato per i vent’anni della Fondazione di Pastificio Cerere di San Lorenzo. Il collettivo ha deciso di affiggere per le vie della Capitale frasi e pensieri basati sulla raccolta dei sogni del pubblico.
L'OPERA
Cerca il significato del mondo è un lavoro inedito che coinvolge l’osservatore su più livelli percettivi – come ci hanno da sempre abituato gli artisti – ponendo un’interrogazione critica sul presente. All’interno dell’opera, infatti, diversi elementi agiscono simultaneamente sul fruitore, il testo poetico realizzato con l’ausilio di un’intelligenza artificiale istruita dal collettivo, non ha messaggi precostituiti o univoci e non fornisce contenuti personali dell’artista ma è un stimolo verbale aperto a più interpretazioni a seconda delle memorie, delle esperienze e dello status di chi guarda.GLI ALTRI FINALISTI
La giuria ha anche selezionato i nomi dei nove finalisti: Francesca Cornacchini, Valerio D’Angelo, Federica Di Pietrantonio, Antonio Della Guardia, Diego Miguel Mirabella, Andrea Polichetti, Martina Zanin, Jonas Höschl e Alice Paltrinieri.
Tra questi finalisti, si è voluto individuare un secondo e terzo classificato, come segno di riconoscimento di una ricerca convincente e prospettica. Si tratta di Francesca Cornacchini con l’opera Thunderbolt #2. Parte della serie See you on a dark night, questo episodio avvia una ricerca sui disastri naturali, proponendo un’operazione subculturale verso nuovi scenari tecno-biologici. Racchiuso nel fumo di un fumogeno, analizza il fulmine, la sua poetica turbolenta, energetica ed entropica. Contestualizzando il lavoro nel Technopessimismo, la tela diventa un paesaggio sovversivo, un nuovo futuro dirompente nella simbiosi armonica tra tecnologia e natura, industria e subcultura. Terzo classificato è Valerio D’Angelo con Too Far for Light to Travel: quindici metri di raggi luminosi attraversano lo spazio, un viaggio simbolico fino ai confini del nostro universo, e quindi della conoscenza. Ragionando sulla natura fisica e limitata della luce, l’installazione si compone di otto tubi in plexiglass trasparente avvolti da pellicola dicroica, che non permette, o permette solo in parte, che la luce lo attraversi. Qui, oltre il limite raggiunto dalla luce, arriva l’immaginazione, dove si estendono infinite possibilità.
I PREMI SPECIALI
Come per ogni edizione, si aggiungono al vincitore e ai finalisti anche i premi speciali, conferiti da Inside Art e dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, con cui Inside Art ha avviato un prestigioso rapporto di collaborazione. Novità assoluta di quest’anno, il premio speciale del museo che ospita la mostra di quest’edizione è stato selezionato dalla Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Renata Cristina Mazzantini ed entrerà nella collezione permanente del museo.
Il Premio Speciale GNAM va ad Arianna Pace, con l’opera einfühlung (ainfuulun). La parola tedesca “einfühlung” viene letteralmente tradotta con il termine “immedesimazione”. L’opera e composta da una serie di formelle che riportano il calco negativo della circonferenza del Pino domestico, albero monumentale di Rivello. Registrazioni, tracce esteriori in grado di rivelare le emozioni interiori di un individuo, sia esso di origine animale o altro. Siamo invitati ad entrare dentro, e sperimentare la “rimanenza” del contatto, l’empatia tra l’artista, la terra e l’albero.
Il Premio Speciale INSIDE ART se lo aggiudica Bislacchi Studio con l’opera Cor. Parte di una recente serie di lavori che esplora le rovine classiche come simboli di perdita e identità, l’opera è il risultato di un processo di torsioni e assemblaggi di tela di cotone grezza, in una riflessione sul superamento e sconfinamento della pittura. Riadattata ad elemento costruttivo dell’opera, la tela cessa di essere un banale supporto pittorico e rinasce in nuovi modelli tridimensionali. Anche il titolo attiva un gioco linguistico e semantico tra il modello architettonico e la sua collocazione. “Cor”, un’ esclamazione informale inglese per “Santo Cielo!”. Si ha quindi una simulazione di una rovina contemporanea la cui funzione di sostegno è solamente indicativa in quanto Cor è in realtà sostenitore del peso delle memorie inteso come sentimento nostalgico della vita.